La cultura tardo antica

Abbiamo avuto modo di parlare dell'incipit che da il via al Medioevo e di come l'arte risenta di quanto accade nell'impero, così come abbiamo avuto modo di vedere nei Post su Ravenna (1, 2) di come l'arte venga utilizzata nell'ambito del potere centrale e della neonata cultura cristiana, per simboleggiare il proprio status e la propria legittimità a governare.

In questi secoli è evidente il processo di "simbolizzazione", ovvero quel processo che mutua dall'arte classica alcuni archetipi e li "trasforma" per simboleggiare specifici aspetti della cultura cristiana.

Un esempio di questo processo di simbolizzazione è Sant'Apollinare in Classe, consacrata da Massimiano nel 549 d.C.  e fra tutte, è la chiesa più suggestiva di Ravenna (teniamo sempre presente che Classe si trova ai margini del ravennate). Per costruirla si utilizzano materiale di spoglio come colonne, capitelli etc. Il culmine del simbolismo in questo caso si ritrova nell'abside che è necessario "decodificare" per capirne appieno il simbolismo

Sant'Apollinare in Classe
La scena, il cui fulcro si trova nella Croce, è la rappresentazione della trasfigurazione sul monte Tabor, nell'immagine di seguito la scena "decodificata"



Entriamo ora nel merito del cristianesimo e vediamo chi erano coloro che aderirono al nuovo culto; di fatto vi sono due tipi di aderenze:

1. Ecclesia ex gentibus (ovvero coloro che venivano dal mondo pagano)
2. Ecclesia ex lege (coloro che venivano dalla Sinagoga)

quindi abbiamo due correnti di adesione diverse, che convergono nel nuovo culto, e questo da origine sia ovviamente a diversi modi di approccio al culto stesso e, soprattutto nell'arte che deve rappresentare questa neonata religione







Come già detto, l'arte viene "piegata"al volere dell'artista e ovviamente del potere centrale, cosicché ad esempio gli arcangeli non somigliano a visioni celestiali ma piuttosto a pretoriani celesti, ovvero a funzionari militari, come si può chiaramente vedere a San Vitale.






In questo momento abbiamo quindi due "poteri" che hanno specifiche funzionalità:

1. L'imperatore.
2. Il potere ecclesiastico

Soprattutto quello ecclesiastico assume sempre più importanza, tanto che taluni personaggi figurano sempre nella cerchia del potere centrale, come possiamo vedere sempre a Ravenna, a San Vitale, dove nella corte di Giustiniano viene raffigurato anche l'arcivescovo di Ravenna, Massimiano


Ed eccolo Massimiano, a destra di Giustiniano; come si può notare si tratta di un personaggio di prim'ordine, affianco all'imperatore, dimostra come sì, l'imperatore è il protagonista della scena, ma è anche vero che dimostra come il potere centrale si servisse dell'appoggio ecclesiastico e che questo faceva di fatto parte dell'entourage dell'imperatore, come a dimostrare che ne fosse quasi un "dipendente".




Di certo Massimiano, così come tutti quei personaggi di chiesa di un certo rango, di una certa importanza, si fa commissionare opere di squisita fattura, come la famosa cattedra di Massimiano.

Massimiano non è il solo a commissionare opere di questo tipo, abbiamo testimonianza di altre opere di grande pregio e finitura, che mostrano l'eleganza delle botteghe che lavoravano per l'impero, abbiamo ad esempio il "Dittico Stilicone" o "l'avorio Barberini".



Avorio Barberini e Dittico Stilicone

In questa opera non si possono non notare i "connotati" che assumono le figure in questione, dove abbiamo classici richiami allo stile classico; nell'avorio Barberini nel registro in alto i richiami delle vittorie alate sono un chiaro riferimento alle vittorie alate che vediamo sugli archi di Trionfo romani, come ad esempio l'Arco di Costantino.



Nel caso invece del Dittico Stilicone, vediamo come vi sono chiari riferimenti all'impero, nei vestiti dei due personaggi raffigurati.

Sempre di età tardo-antica è lo splendido sarcofago di Santa Costanza, appartenuto a Costantina, figlia di Costantino I, e rinvenuto nella mausoleo di Santa Costanza a Roma.

Ricordiamoci sempre che ogni elemento costitutivo di una rappresentazione di questo tipo, che sia concezione imperiale o religiosa, possiede specifiche funzionalità o specifici richiami; in questo caso, ad esempio, il sarcofago oltre ad essere adornato di splendide scene:

[...]
Il coperchio ha quattro spioventi e un alto bordo sul quale corrono delle ghirlande sostenute da protomi. La cassa non è profilata e reca una ricca decorazione a rilievo di amorini alla vendemmia, dove i tralci di vite concorrono a formare complesse girali che decorano tutto il registro superiore, i bordi nei lati minori e inquadrano al centro dei lati lunghi delle scenette con putti.
[...]

La scena della vendemmia è un tipico richiamo ai valori Cristiani, dove il Cristo è la vite e gli uomini i tralci; inoltre va considerato che il sarcofago è in porfido ed il color porpora è un chiaro simbolismo imperiale.

Mosaici di Santa Costanza





Nel Mausoleo di San Costanza ritroviamo i Mosaici con tralci d'uva, bambini e scene di vendemmia, probabilmente anche questi simbolismi di cultura tardo-antica.
In generale comunque la simbologia Cristiana entra nel mondo figurativo classico senza però devastarlo, ovvero mutua le iconografie e le fa divenire simbolismo.




Curioso ad esempio è il mosaico absidale di Santa Prudenziana a Roma, in questo caso la scena sembra essere come un "manifesto politico", si noti ad esempio il Cristo in trono che ha le sembianze di un Giove piuttosto che di un Cristo benedicente.
Il mosaico in questione è databile al IV Secolo d.C., tuttavia il messaggio cambia decisamente all'inizio del V secolo, questo cambio di direzione, ovvero questo cambio stilistico lo ritroviamo nella basilica di Santi Cosma e Damiano a Roma.


Possiamo sicuramente affermare, in questo caso, che il Cristo rappresentato non è più un Cristo suadente e politico ma diventa un Cristo Apocalittico (notiamo sempre la presenza del gregge di pecore, chiaro riferimento simbolico al popolo di Cristo), è comunque necessario sottolineare la grande qualità dei mosaici di quest'epoca, dove ogni personaggio è caratterizzato da una propria fisionomia ed è indubbio che siamo di fronte a grandi artisti, maestri dell'arte musiva.

Ben diverso è il discorso dei mosaici di San Giovanni in Laterano, sempre a Roma, dove i mosaici sono di qualità più scadente (siamo in epoca tarda, VI - VII secolo d.C.), mentre a Santa Maria Maggiore (sempre a Roma) abbiamo mosaici databili intorno al IV - V secolo d. C., prima dei mosaici di Galla Placidia a Ravenna, e qui abbiamo invece mosaici molto preziosi, quasi palatini, di cultura di corte, i cui elementi distintivi sono:


  • vivacità di tipo ellenistico
  • paragonabili a miniature o affereschi di tipo naturalistico (siriano o alessandrino)
I Mosaici di Santa Maria Maggiore sono definibili come Mosaici preziosi, dove l'artista fa grande uso di fondo oro.


I Magi (a sinistra, vestiti come uomini d'Oriente) al cospetto di Erode - Santa Maria Maggiore (Roma)
E' interessante un chiari riferimento al mondo classico: nei mosaici di Santa Maria Maggiore abbiamo la rappresentazione di Mechisedec dove la divinità visibile in alto, porta un abito svolazzante che richiama alla mente una rappresentazione di Marco Aurelio che possiamo mirare di seguito:



















I riferimenti all'antico sono costanti e sono voluti, probabilmente per una sorta di "nostalgia" di quel mondo che, non dimentichiamo, circondava l'uomo del IV secolo, basti pensare alle spoglie dell'impero che erano visibili e alla portata di tutti.

Facendo un breve cenno dell'altra capitale storica dell'impero, ovvero Milano: capitale dell'impero romano d'occidente tra la fine del IV secolo e l'inizio del V, non possiamo non parlare di San Lorenzo i cui mosaici absidali risalgono alla fine del IV secolo


Il Cristo (imberbe) rappresentato è simile ad presidente del senato romano, appare come una specie di figura apollinea, siamo lontani dal Cristo / Giove di Santa Prudenziana.

A questo punto possiamo sicuramente affermare che nell'arte musiva, nell'arte figurativa per eccellenza che va dal IV al VI / VII secolo, abbiamo un ricordo dell'antico, un ricordo quasi nostalgico che, come vedremo successivamente, si ripresenterà ciclicamente fino all'epoca rinascimentale.

La mano di Leonardo


Copyright


"Ravenna, san vitale, giustiniano e il suo seguito (prima metà del VI secolo)". Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.
"Ravenna Maximian chair". Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.
"Ravenna Maximian chair dt1". Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.
"Dittico di stilicone, monza tesoro della cattedrale". Con licenza Pubblico dominio tramite Wikipedia.
"Diptych Barberini Louvre OA9063 whole" di Marie-Lan Nguyen (2011). Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.
"Sarcofago di Costantina - lato corto". Con licenza CC BY-SA 2.0 tramite Wikimedia Commons.
"Sarcofago di costantina 01" di I, Sailko. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.
"Mausoleo di santa costanza, mosaici 001" di beginning of IV century artist - internet. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.
"Apsis mosaic, Santa Pudenziana, Rome W2" di Welleschik - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.
"Cosmedamiao9b5" di Ricardo André Frantz (User:Tetraktys) - taken by Ricardo André Frantz. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.