Das Goldenes Rössl

Titolo dell'opera: Das Goldenes Rössl
Autore: n.n.
Anno di esecuzione: 1404
Luogo: Altötting (Germania)



L'Ex voto di Carlo VI è un capolavoro dell'oreficeria tardogotica, conservato nel Tesoro della cattedrale-santuario ad Altötting in Germania. Si tratta di un insieme raffigurante la Madonna col Bambino adorata da Carlo VI in oro, smalto e pietre preziose, alto 62 cm e risalente al 1403-1404. A causa della realistica immediatezza del cavallino in smalto raffigurato in basso, l'ex voto è chiamato anche popolarmente Il cavallino bianco ("Weisses Rössl") o dorato ("Goldenes Rössl").

L'opera venne inizialmente commissionata da Isabella di Baviera come regalo per il marito Carlo per il capodanno 1404; in seguito venne donata al santuario di Altötting come ringraziamento di ex voto.

L'opera è uno dei migliori esempi della straordinaria ricchezza e perfezione formale raggiunta dall'oreficeria cortese dell'epoca. Prodotto a Parigi (ma alcuni ipotizzano anche a Milano), si compone di due registri: in basso, sotto una specie di porticato sorretto da pilsatrini, si trova lo scudiero del re, riccamente abbigliato, che guarda il cavallo bianco del sovrano, dalla straordinaria sellatura e bardature in oro; due rampe di scale simmetriche portano idealmente al piano superiore, dove sopra un altare si trova Maria e il Bambino incorniciata da una spettacolare cuspide d'oro, perle e pietre preziose, che richiama il tradizionale pergolato di rose mariano. La Madonna regge in mano un libro di salmi e nell'altra il Bambino, che sembra dimenarsi irrequieto. Ai suoi piedi si trovano tre bambini vestiti da cherichetti (Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Santa Caterina come fanciulli), uno con il calice eucaristico e l'altro che gioca con un agnello, un richiamo alla Passione di Cristo.

In ginocchio ai piedi dell'altare stanno Carlo VI, a sinistra, con le mani giunte, vestito col mantello coperto dai gigli di Francia, e dall'altra un paggio che tiene l'elmo del re, secondo il cerimoniale aristocratico che all'epoca rivestiva un'importanza fondamentale come mezzo di distinzione aristocratica nel generale emergere della borghesia.

Da Wikipedia: Ex voto di Carlo VI

Bibliografia

Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano 2004.
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999.

Chiese: Chiesa di Sant'Anastasia

Titolo dell'opera: Chiesa di Sant'Anastasia 
Autore: Altichiero da Zevio
Anno di esecuzione: 1370
Luogo: Verona


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Subito a destra si può ammirare l'Adorazione, unica opera certa di Altichiero da Zevio in Verona. Nel dipinto, come un antico omaggio feudale, i nobili cavalieri s'inginocchiano davanti al trono della Vergine. Fu eseguito forse dopo il ritorno di Altichiero da Padova, poco prima del 1390, anche se alcuni studiosi lo datano al 1369, in base ad un documento ritrovato negli archivi veronesi.

L'affresco nella lunetta del sarcofago di Federico Cavalli è di Stefano da Zevio e risale alla prima metà del XV secolo.

Gli altri affreschi della cappella e cioè la Vergine con Gesù bambino, San Cristoforo e il Miracolo di sant'Eligio sono lavori di Martino da Verona, pittore comparso nel 1412.

A sinistra compare l'affresco con il Battesimo di Gesù, attribuito a Jacopino di Francesco, pittore bolognese della prima metà del XIV secolo, considerato uno dei padre della pittura padana.
[...]


Bibliografia


  • Arturo Scapini, La chiesa di santa Anastasia, Verona, Edizioni di Vita Veronse, 1954.
  • Giorgio Borelli (a cura di), Chiese e monasteri di Verona, Verona, Banca popolare di Verona, 1980, BNI 828559.
  • Giovanni Cappelletti, La Basilica di S. Anastasia, Verona, Edizioni di Vita Veronese, 1981, BNI 828558.
  • Gian Paolo Marchini, Santa Anastasia, Verona, Banca Popolare di Verona, 1982.
  • Caterina Giardini, Santa Anastasia - storia e guida della Chiesa di Sant'Anastasia in Verona, Verona, Associazione Chiese Vive, 2011.
  • Nicola Patria, Il canto della torre, Verona, 2013

Biografie: Bonino da Campione

Bonino da Campione (Campione d'Italia, 1325 circa – 1397 circa) è stato uno scultore italiano. Fra il 1350 ed il 1390 fu tra i grandi maestri della scultura gotica.
Lavorò, fra l'altro, al monumento funebre di Bernabò Visconti ed al monumento di Cansignorio della Scala (1374) a Santa Maria Antica in Verona.


Da Wikipedia: Bonino da Campione

Bibliografia


  • Calvi, Gerolamo Luigi (1859), Notizie sulla vita e sulle opere dei principali architetti scultori e pittori che fiorirono in Milano durante il governo dei Visconti e degli Sforza, Milano, v. I.
  • Gotthold Meyer, A. (1893), Lombardische Denkmäler des vierzehnten Jahrhunderts. Giovanni di Balduccio da Pisa und die Campionesen. Ein Beitrag zur geschichte der oberitalienischen Plastik, Stuttgart.
  • Lavagnino, Emilio (1936), Storia dell'arte medioevale italiana, Torino.
  • Lomartire, Saverio (2009), Comacini, Campionesi, Antelami, "Lombardi". Problemi di terminologia e di storiografia, in Atti del Convegno internazionale Els Comacini i l'arquitectura romanica a Catalunya Girona/Barcellona, 25-26 novembre 2005.
  • Merzario, Giuseppe (1893), I maestri Comacini. Storia artistica di mille duecento anni (600-1800), Milano, ed. G. Agnelli, v. I.
  • Porter, Arthur Kingsley (1917), Lombard Architecture, New Haven.
  • Ricci, Corrado (1957), Manuale di storia dell'arte, Bergamo.
  • Tea, Eva (1957) Medio Evo, Torino.
  • Tosca, Pietro (1951), Storia dell'arte italiana, Torino.
  • Touring Club Italiano (1964-1965), L'arte nel Medio Evo, Milano, 2 v.
  • Venturi, Adolfo (1936), Storia dell'arte italiana, Milano.