Chiese: Chiesa di Sant'Anastasia

Titolo dell'opera: Chiesa di Sant'Anastasia 
Autore: Altichiero da Zevio
Anno di esecuzione: 1370
Luogo: Verona


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Subito a destra si può ammirare l'Adorazione, unica opera certa di Altichiero da Zevio in Verona. Nel dipinto, come un antico omaggio feudale, i nobili cavalieri s'inginocchiano davanti al trono della Vergine. Fu eseguito forse dopo il ritorno di Altichiero da Padova, poco prima del 1390, anche se alcuni studiosi lo datano al 1369, in base ad un documento ritrovato negli archivi veronesi.

L'affresco nella lunetta del sarcofago di Federico Cavalli è di Stefano da Zevio e risale alla prima metà del XV secolo.

Gli altri affreschi della cappella e cioè la Vergine con Gesù bambino, San Cristoforo e il Miracolo di sant'Eligio sono lavori di Martino da Verona, pittore comparso nel 1412.

A sinistra compare l'affresco con il Battesimo di Gesù, attribuito a Jacopino di Francesco, pittore bolognese della prima metà del XIV secolo, considerato uno dei padre della pittura padana.
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Bibliografia


  • Arturo Scapini, La chiesa di santa Anastasia, Verona, Edizioni di Vita Veronse, 1954.
  • Giorgio Borelli (a cura di), Chiese e monasteri di Verona, Verona, Banca popolare di Verona, 1980, BNI 828559.
  • Giovanni Cappelletti, La Basilica di S. Anastasia, Verona, Edizioni di Vita Veronese, 1981, BNI 828558.
  • Gian Paolo Marchini, Santa Anastasia, Verona, Banca Popolare di Verona, 1982.
  • Caterina Giardini, Santa Anastasia - storia e guida della Chiesa di Sant'Anastasia in Verona, Verona, Associazione Chiese Vive, 2011.
  • Nicola Patria, Il canto della torre, Verona, 2013

Biografie: Bonino da Campione

Bonino da Campione (Campione d'Italia, 1325 circa – 1397 circa) è stato uno scultore italiano. Fra il 1350 ed il 1390 fu tra i grandi maestri della scultura gotica.
Lavorò, fra l'altro, al monumento funebre di Bernabò Visconti ed al monumento di Cansignorio della Scala (1374) a Santa Maria Antica in Verona.


Da Wikipedia: Bonino da Campione

Bibliografia


  • Calvi, Gerolamo Luigi (1859), Notizie sulla vita e sulle opere dei principali architetti scultori e pittori che fiorirono in Milano durante il governo dei Visconti e degli Sforza, Milano, v. I.
  • Gotthold Meyer, A. (1893), Lombardische Denkmäler des vierzehnten Jahrhunderts. Giovanni di Balduccio da Pisa und die Campionesen. Ein Beitrag zur geschichte der oberitalienischen Plastik, Stuttgart.
  • Lavagnino, Emilio (1936), Storia dell'arte medioevale italiana, Torino.
  • Lomartire, Saverio (2009), Comacini, Campionesi, Antelami, "Lombardi". Problemi di terminologia e di storiografia, in Atti del Convegno internazionale Els Comacini i l'arquitectura romanica a Catalunya Girona/Barcellona, 25-26 novembre 2005.
  • Merzario, Giuseppe (1893), I maestri Comacini. Storia artistica di mille duecento anni (600-1800), Milano, ed. G. Agnelli, v. I.
  • Porter, Arthur Kingsley (1917), Lombard Architecture, New Haven.
  • Ricci, Corrado (1957), Manuale di storia dell'arte, Bergamo.
  • Tea, Eva (1957) Medio Evo, Torino.
  • Tosca, Pietro (1951), Storia dell'arte italiana, Torino.
  • Touring Club Italiano (1964-1965), L'arte nel Medio Evo, Milano, 2 v.
  • Venturi, Adolfo (1936), Storia dell'arte italiana, Milano.

Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi (Simone Martini?)

Titolo dell'opera: Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi
Autore: Simone Martini?
Anno di esecuzione: 1330
Luogo: Siena (Palazzo Pubblico)


Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi (detto anche Guidoriccio da Fogliano) è un grande affresco (968x340 cm) collocato nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena. È attribuito per tradizione a Simone Martini, che l'avrebbe dipinto nel 1330, ma una lunga controversia iniziata nel 1977 e il recente ritrovamento di disegni preparatori farebbero pensare a un rifacimento del Quattrocento.

L'opera mostra il comandante delle truppe senesi, Guido Ricci o Guidoriccio da Fogliano di Reggio Emilia, a cavallo, di profilo, mentre va all'assalto del Castello di Montemassi in Maremma nel 1328. Sullo sfondo, un paesaggio piuttosto realistico con montagne, un accampamento e le località teatro dei fatti.

Il dipinto mostra segni di ripetuti interventi, ridipinture e rifacimenti, messi ancor più in evidenza dal restauro conservativo effettuato da Giuseppe Gavazzi nel 1980.

In basso, all'interno di una cornice decorativa dipinta, si legge A(N)NO D(OMI)NI M.CCC.XXVIII.

L'attribuzione a Simone Martini parrebbe suffragata da un documento del 1330 in cui si dà mandato al maestro Simone di dipingere per sedici fiorini i castelli di Montemassi e Sassoforte appena acquisiti dalla Repubblica Senese; l'anno dopo riceverà otto fiorini d'oro per dipingere Arcidosso e Castel del Piano. Il documento cita il castello di Montemassi, ma non parla di un ritratto equestre di Guidoriccio.