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Fratelli Limbourg - Très riches heures del Duca di Berry (Mese di Febbraio)

Titolo dell'opera: Très riches heures del Duca di Berry
Anno di esecuzione: 1414 circa
Luogo: Musée Condé di Chantilly

Mese: Febbraio


Per la raffigurazione di Febbraio, i fratelli Limbourg scelsero una scena di inverno contadino, immortalando a perfezione un giorno tipico di clima rigido. Da un cielo cupo e coperto di nubi la pallida luce del sole cade sulla vasta campagna interamente imbiancata dalla neve. In lontananza, sorge fra due colline un paese, verso il quale s'avvia un contadino portando con sé il mulo carico delle merci che intende vendere al mercato. Frattanto, nelle vicinanze del bosco ormai spoglio, un giovane taglia i rami degli alberi e, presso il granaio, una figura infreddolita si copre con un mantello di lana affrettandosi nel tornare a casa.

In primo piano è rappresentato un podere recintato, nel quale ogni singolo elemento è definito con meticolosa minuzia, dalla piccionaia ai barili, dall'ovile al granaio. All'interno della capanna in legno sulla sinistra, due contadini poco pudicamente si riscaldano col fuoco che arde nel camino (scoprendo le pudenda), mentre la padrona di casa, in postura più dignitosa ed elegantemente involta nel suo ampio abito blu, sosta sulla soglia ed osserva, con espressione sonnacchiosa, il piccolo cane bianco ai suoi piedi. Dei panni bagnati sono stesi ad asciugare ad alcune assi della casa, mentre il fumo grigio s'arriccia uscendo dal comignolo e, dissolvendosi pian piano, si disperde nel cielo plumbeo.

Il rigore dell'inverno è sottolineato ulteriormente dagli uccelli accalcati vicino all'ovile che beccano il mangime sparso sulla neve, unico alimento che sarebbe impossibile trovare altrove. Ogni particolare di questa splendida miniatura è reso con cura magistrale, a dimostrazione di quanto fosse istintiva e profonda l'osservazione dal vero operata dai tre artisti.


Bibliografia

Luciano Bellosi, I Limbourg precursori di Van Eyck? Nuove osservazioni sui mesi di Chantilly, in «Prospettiva», 1975, n. 1.
M. Meiss e E. H. Beatson, The Belles Heures of Jean, Duke of Berry, New York, 1974.
Pietro Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Torino, 1966.
C. Raymond, Giorni del Medioevo. Le miniature delle Très riches heures del duca di Berry, 2001.
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999.

Fratelli Limbourg - Très riches heures del Duca di Berry

Titolo dell'opera: Très riches heures del Duca di Berry
Anno di esecuzione: 1414 circa
Luogo: Musée Condé di Chantilly


Il manoscritto, come ogni libro d'ore, consta di una parte destinata ai salmi e alle preghiere e di un'altra, quella a cui i Limbourg devono gran parte della loro celebrità, contenente la serie dei mesi: dodici miniature a tutta pagina (14 x 22 cm) accompagnate dal relativo calendario. In ogni foglio, sotto una lunetta dedicata ai segni zodiacali del mese, sono illustrati immensi e luminosi paesaggi in cui figure nobiliari s'occupano negli svaghi cortesi (scene per lo più riferite alla corte del committente) o contadini eseguono le attività agricole stagionali, mentre in lontananza svettano le guglie di una residenza o di un castello del duca di Berry.

I Limbourg divennero famosi grazie a tale lavoro, ma ne illustrarono solo la prima parte: infatti il manoscritto rimase interrotto a causa della prematura morte dei tre e del duca di Berry nel 1416, mentre le restanti miniature sarebbero state aggiunte circa settant'anni più tardi da Jean Colombe di Bourges, tra il 1485 e il 1489, su commissione di Carlo I di Savoia.

Perfettamente conservate, le miniature dei Mesi possiedono un'incredibile freschezza narrativa e denunciano una libertà compositiva fino ad allora inedita nei codici miniati. I colori sono vividi e luminosi e l'oro è reso a profusione negli ornamenti delle vesti dei nobili e nelle decorazioni degli sfondi. Nei mesi dell'anno raggiunsero in ciascuna dei magnifici paesaggi con una dilatazione spaziale mai vista prima, grazie anche all'uso di linee di forza diagonali e di delicate sfumature atmosferiche di profondità. Le figure spesso appaiono estranee allo sfondo o semplicemente giustapposte ad esso, creando una raffigurazione di favola, dove i personaggi si muovono come in un balletto.

I fratelli Limbourg riuscirono a fondere un minuzioso naturalismo a un raffinato formalismo lineare che andava divenendo in quegli anni carattere distintivo del gotico internazionale. Tutta la rappresentazione è infatti unificata da alcuni elementi stilistici comuni: le proporzioni esili, i contorni dalle linee sinuose e ritmate, i colori tenui e raffinati. I singoli fenomeni non venivano più rappresentati isolati nella loro specificità, ma andavano a concorrere nella pagina a formare una scena più ampia, che ricreasse una visione il più possibile globale e realistica. Tantissimi i virtuosismi, da quelli nella resa dei materiali ai più suggestivi effetti di luce.

Le figure sono trattate diversamente a seconda se si tratti di aristocratici o di contadini: le prime risultano elegantemente allungate e irrigidite in pose di idealizzazione cortese, mentre le seconde si mostrano più vivaci, libere e variamente disposte, talvolta a creare dei quadretti di genere che illustrano le più disparate scenette. L'approccio diversificato rivela il duplice gusto, naturalistico e spontaneo per i soggetti “bassi” e formalmente composto per quelli elevati, tipico del gotico internazionale. Pur convivendo in un'atmosfera fiabesca e irreale ― si notino i cieli azzurri e tersi, le praterie verdeggianti che recedono senza fratture, le fitte foreste da cui emergono castelli da sogno ―, le attitudini dei personaggi e la cura gelosa della verità nei suoi minimi aspetti, rendono queste miniature più spontanee, ma insieme raffinate, di qualunque altro codice coevo.

A tale risultato di estrema preziosità va senza dubbio ricondotta la passione del committente per i manufatti lussuosi; è inoltre molto probabile che i Limbourg ebbero l'opportunità di prendere spunto dalle opere d'arte della collezione del duca e di ricevere dallo stesso una partecipazione attiva e illuminata durante l'elaborazione del codice. All'interno del manoscritto sono risultate evidenti numerose derivazioni dalla miniatura lombarda (si pensi ai Taccuini di Giovannino de' Grassi), dalla pittura senese e perfino da quella giottesca, tanto che si è arrivati a supporre di un viaggio di Pol in Italia.

Aprile
Il tema del mese di Aprile è quello del fidanzamento, con un gruppo di aristocratici tra i quali si riconosce una coppia intenta a scambiarsi gli anelli. Il tema amoroso si addice bene al mese primaverile, con gli alberi in germoglio sullo sfondo. A destra viene mostrato un angolo di un giardino murato, dove le piante seminate stanno iniziando a crescere, mentre più in alto si vede un laghetto con una chiusa, all'interno del quale due barchette di pescatore stanno tendendo un rete. Il castello che sovrasta la scena è lo Château de Dourdan.



















Bibliografia

Luciano Bellosi, I Limbourg precursori di Van Eyck? Nuove osservazioni sui mesi di Chantilly, in «Prospettiva», 1975, n. 1.
M. Meiss e E. H. Beatson, The Belles Heures of Jean, Duke of Berry, New York, 1974.
Pietro Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Torino, 1966.
C. Raymond, Giorni del Medioevo. Le miniature delle Très riches heures del duca di Berry, 2001.
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999.