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Abbazie: Lorch

L'abbazia imperiale di Lorsch (in tedesco: Reichsabtei Lorsch, in latino: Laureshamense Monasterium, chiamata anche Laurissa o Lauresham) fu una delle più famose abbazie dell'Impero carolingio; essa si trova nella cittadina di Lorsch, in Assia, circa 10 chilometri a est di Worms. Pur essendo caduta in rovina, i suoi resti sono comunque considerati l'edificio pre-romanico più importante di tutta la Germania. Nel 1170 venne compilato qui un manoscritto (conservato oggi negli archivi di stato di Würzburg) che è di fondamentale importanza come fonte di notizie sulla Germania medievale. Un altro importante documento proveniente dall'abbazia è il Codex Aureus, risalente all'VIII secolo. Nel 1991 le rovine dell'abbazia di Lorsch furono inserite nell'elenco dei siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

L'abbazia venne fondata nel 764 dal conte dei Franchi Cancor e dalla madre Williswinda come chiesa proprietaria (in tedesco Eigenkirche), cioè costruita su di un terreno privato e su cui il signore feudale riteneva il diritto di nominare il personale ecclesiastico. Essi chiamarono quindi Chrodegang, arcivescovo di Metz, che consacrò la chiesa ed il monastero a San Pietro e ne divenne il primo abate. Nel 766 però egli rinunciò al titolo per dedicarsi al compito di arcivescovo di Metz e mandò il fratello Gundeland come suo successore, insieme a 14 monaci benedettini. Per aumentare l'importanza dell'abbazia come luogo di pellegrinaggio, Chrodegang ottenne da Papa Paolo I il corpo di San Nazario, martirizzato a Roma insieme a 3 compagni durante il regno di Diocleziano. Le sacre reliquie arrivarono il giorno 11 luglio 765 e vennero deposte con tutti gli onori nella basilica che si trova all'interno del monastero. Gli edifici vennero quindi rinominati in onore di san Nazario.

La chiesa principale, dedicata ai santi Pietro, Paolo e Nazario, venne consacrata dall'arcivescovo di Magonza Lullo nel 774, alla presenza di Carlo Magno. Presto si sparse la voce di numerosi miracoli avvenuti a Lorsch per intercessione di San Nazario e cominciarono a giungere pellegrini da molte parti d'Europa. La biblioteca e lo scriptorium dell'abbazia resero Lorsch uno dei principali centri culturali tedeschi del X e XI secolo. Papi e imperatori favorirono a più riprese l'abbazia di Lorsch con privilegi e donazioni, dalle Alpi al Mare del Nord, rendendola in breve tempo non solo immensamente ricca, ma anche sede di una notevole influenza politica. Venne quindi dichiarata una Reichsabtei, cioè una specie di principato sovrano, soggetto direttamente e solamente al Sacro Romano Imperatore. La fama dell'abbazia si può intuire dal fatto che due sovrani carolingi, Ludovico II il Germanico e Ludovico III della Francia Orientale, furono sepolti qui.
L'abbazia fu implicata anche in numerose dispute feudali e addirittura in alcune guerre. Dopo essere stata governata da 46 abati benedettini, Conrad, l'ultimo abate, venne deposto nel 1226 da Papa Gregorio IX; nel 1232, a causa delle pressioni di Federico II, l'abbazia andò a far parte dei possedimenti di Sigfrido II, Arcivescovo di Magonza, ponendo fine al periodo d'oro dell'indipendenza politica e culturale di Lorsch.

Negli anni quaranta del XIII secolo vennero incaricati di prendersi cura del monastero dei monaci premonstratensi, con l'avallo di papa Celestino IV, ed essi rimasero fino al 1556, quando Lorsch e altri territori della regione passarono nelle mani di principi che aderivano al luteranesimo e al calvinismo. Ottone-Enrico, elettore palatino, portò tutti i volumi contenuti nella biblioteca dell'abbazia ad Heidelberg, creando così la famosa Bibliotheca Palatina. Subito dopo, fra il 1557 e il 1563, i pochi rimanenti abitanti dell'abbazia vennero congedati e mandati altrove. Nel 1622, dopo la cattura di Heidelberg, Massimiliano I donò la splendida libreria (composta da 196 casse di manoscritti) a papa Gregorio XV. Venne mandato Leone Allacci per sovrintendere allo spostamento di quel tesoro verso Roma, dove venne incorporato nella Biblioteca apostolica vaticana.

Durante la guerra dei trent'anni Lorsch e la regione in cui si trova vennero devastate e la maggior parte degli edifici rasi al suolo. Dopo che l'arcivescovo di Magonza riguadagnò il possesso della città, essa tornò alla fede cattolica. Il periodo peggiore comunque venne durante le guerre con Luigi XIV, fra il 1679 e il 1697, quando interi villaggi e gli stessi edifici dell'abbazia vennero bruciati dai soldati francesi. Una parte della costruzione, lasciata integra, venne utilizzata come deposito di tabacco negli anni precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale.

La vecchia porta di accesso, la Torhalle, costruita nel IX secolo da Ludovico il Cieco, è il più antico monumento della Franconia che ci sia pervenuto: essa combina elementi degli archi trionfali di epoca romana con tipici elementi teutonici.

Da Wikipedia: Abbazia di Lorsch

La Renovatio Carolingia


La rinascita carolingia (chiamata anche rinascenza o rinascimento o renovatio) è il nome dato dagli storici alla fioritura ed al risveglio culturale nell'Occidente che è coinciso con gli anni al potere di Carlo Magno (742-814).

Il termine presenta una certa ambiguità legata a un improprio confronto con epoche successive. Il re franco perseguì piuttosto una riforma in tutti i campi, per poter "correggere" delle inclinazioni che avevano portato a un decadimento generale. Ma quando l'Imperatore pensava alla ristrutturazione ed al governo del suo regno, rivolgeva le sue attenzioni a quell'Impero Romano di cui si faceva prosecutore ideale sia nel nome, sia nella politica.

L'Impero carolingio era sorto dall'unione di aree geografiche e gruppi etnici ormai molto diversi tra loro. La renovatio fu anche una spinta alla coesione, come stimolo verso la creazione di un patrimonio culturale comune. Esso non era più l'antico Impero Romano, né il precedente Regno dei Franchi, avendo conseguito lo status imperiale nell'800.

La cultura al tempo di Carlo Magno e dei suoi successori è profondamente legata a due fattori:

La forte impronta data dalla religione;
La legittimazione dell'Imperium attraverso la ripresa di elementi tipici della classicità romana.
Ispirandosi all'epoca dell'Impero Romano cristianizzato di Costantino I, si cercò di sottolineare il collegamento con la Chiesa di Roma per vari motivi, tra i quali non vanno trascurati la diffusione capillare del cattolicesimo in Europa, che poteva fare da veicolo per le riforme amministrative e istituzionali dell'Imperatore, e il collegamento diretto tra Papato e cultura antica, che poté legittimare l'Impero senza passare da Bisanzio, quindi senza generare conflitti e sovrapposizione di potere con il basileus.

Oltre al papato, un altro grande alleato dei Carolingi fu l'ordine benedettino, che fu promosso tramite la fondazione di decine e decine di abbazie, mentre a corte confluivano i chierici più colti del mondo cristiano. I monasteri fecero anche da centri propulsori della nuova cultura tramite l'istruzione.

Non fu però un recupero integrale e purista, anzi si fecero proprie tutte quelle realtà regionali nel frattempo fiorite in Europa, che ormai avevano trasformato e arricchito di nuove esperienze il retaggio romano: la tradizione cristiana irlandese e anglosassone, la cultura ellenizzata dei territori mediterranei, la cultura longobarda, oltre a tutta quella serie di nuovi influssi esterni come quello arabo e persiano.