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Cristoforo Buondelmonti

Biografie: Cristoforo Buondelmonti

Cristoforo Buondelmonti (1386 – 1430 circa) è stato un geografo e monaco italiano studioso di antiche civiltà. Buondelmonti apparteneva ad un'importante famiglia nobiliare, estintasi nel secolo XVIII, che si era sviluppata nella Val di Greve e che, proprietaria del castello di Montebuoni e di fondi agricoli in Valdipesa, intratteneva fitti rapporti con l'Oriente.

Il monaco Buondelmonti interessato alla ricerca delle civiltà scomparse e alla geografia, fu probabilmente allievo del poeta e umanista italiano Guarino Veronese tramite il quale, conobbe il mecenate Niccolò Niccoli, studioso di opere classiche e di geografia.

Dal 1414 al 1430 Buondelmonti si recò nei luoghi più importanti della civiltà greca attraversando il mar Egeo e visitando Rodi, Creta, Cipro, l'Ellesponto, Costantinopoli. Il frutto di questi lunghi viaggi furono due opere di contenuto storico-geografico:


- la Descriptio insulae Cretae fatta arrivare a Firenze nel 1417 a Niccolò Niccoli
- e il Liber insularum Archipelagi (1420) con una dedica al cardinale Giordano Orsini. L'opera, riscritta per quattro volte, (l'edizione definitiva è del 1430) ebbe grande diffusione e fu riportata negli isolari illustrati come quelli di Henricus Martellus, di Bartolomeo de li Sonetti e di Benedetto Bordone (1460–1531).
Con queste opere Buondelmonti fondò il nuovo genere letterario degli isolari, un nuovo linguaggio rinascimentale che rappresentava lo spazio fondendo la simbologia delle carte nautiche con la descrizione corografica ed assieme storica dei luoghi visitati.

Nel 1419 Buondelmonti aveva acquistato per conto di Cosimo de' Medici nell'isola di Andros un manoscritto, tradotto in greco da uno sconosciuto Filippo, intitolato Hieroglyphica*, opera di un autore ignoto chiamato Horus-Apollo o Horapollus che affermava di essere egiziano. Nel 1422 il testo arrivò a Firenze e tradotto dal greco destò molto interesse tra i dotti umanisti poiché era l'unico antico trattato riguardante l'interpretazione dei geroglifici egiziani che si credeva nascondessero simbolicamente un'antichissima lingua sapienziale.


*Hieroglyphica (scoperta nel 1419), una 'spiegazione' di quasi 200 segni in chiave simbolico-ermetica, risalente, oggi si pensa, intorno alla fine del sec. IV d.C. L'opera, è alla base della visione caratteristica del periodo rinascimentale intorno alla "scrittura egizia", che in essa vedeva un insieme di simboli con valore ermetico segreto carico di riferimenti, simile ad un rebus e in questo senso risulta autorevole anche se ricca di errate interpretazioni, e forse anche un ulteriore impedimento alla decifrazione della scrittura egizia in senso razionale. Mentre gli studiosi del passato hanno enfatizzato le origini greche dell’opera, ricerche recenti hanno messo in risalto residui di conoscenze genuine ed interpretato il lavoro come un disperato tentativo di un intellettuale egiziano di recuperare un passato ormai sepolto. Comunque gli Hieroglyphica esercitarono una notevole influenza sul simbolismo del Rinascimento, ed in modo particolare sul libro degli emblemi di Andrea Alciato. Non ve ne sono tracce nell'Hypnerotomachia Poliphili (Venezia, Aldo Manuzio, 1499) del frate veneziano Francesco Colonna. e conobbe diverse edizioni, tra le quali una illustrata da Albrecht Dürer. Fu, inoltre, fonte di ispirazione per famosi maestri, tra i quali Bellini, Giorgione, Tiziano e Bosch, come indicato in Alchimia & Mistica di Alexander Roob.


Da Wikipedia: Cristoforo Buondelmonti - Horapollo

Bibliografie
Cristoforo Buondelmonti:
Massimo Donattini, Spazio e modernità: libri, carte, isolari nell'età delle scoperte, Clueb, 2000
R. Weiss, Un umanista antiquario: Cristoforo Buondelmonti in Lettere Italiane vol. 16, 1964
Cristoforo Buondelmonti, Descriptio insule Crete et Liber insularum, cap. XI, traduzione di Marie Anne Van Spitael, Creta, 1981.

Horapollo:
n.n.