Leonardo da Vinci - San Giovanni Battista

Titolo dell'opera: San Giovanni Battista
Autore: Leonardo da Vinci
Anno di esecuzione: 1508 - 1513
Luogo: Museo del Louvre

San Giovanni Battista è un dipinto a olio su tavola di noce (69x57 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1508-1513 e conservato nel Museo del Louvre a Parigi.


Forse l'opera è quella commissionata a Firenze da Giovanni Benci verso il 1505. Tra le prime biografie di Leonardo da Vinci, solo l’anonimo Gaddiano o Magliabechiano (1537-1542 circa) indica un San Giovanni Battista tra le sue opere. Nell’Itinerario (1521, descrivente un viaggio per l'Italia del Nord, la Svizzera, la Germania l'Olanda e la Francia nel 1517-1518) di monsignor Antonio de Beatis da Molfetta, segretario del cardinale Luigi d'Aragona, è ricordato un incontro con Leonardo il giorno 10 ottobre 1517 al castello di Cloux, dove sarebbero state mostrate quattro opere: due ritratti (uno dei quali si presume fosse la Gioconda), la "Madonna col Bambino seduto sui ginocchi di Sant'Anna" ed infine un "San Giovanni Battista giovane".

Duccio - Maestà

Titolo dell'opera: Maestà
Autore: Duccio di Buoninsegna
Anno di esecuzione: 1308 - 1311
Luogo: Siena

La Maestà del Duomo di Siena era la pala d'altare della Cattedrale senese, dipinta tra il 1308 e il 1311 dall'iniziatore della scuola senese Duccio di Buoninsegna. È il capolavoro dell'artista ed uno dei dipinti più importanti dell'arte pre-rinascimentale italiana.


L'opera si trova oggi collocata nel Museo dell'Opera Metropolitana, dopo essere stata esposta nel Duomo, anche se fra vari spostamenti, fino al 1878.

Al basamento del trono della vergine viene scritto:

"Mater Sancta Dei / Sis causa Senis requiei sis Ducio Vita te quia / Pinxit Ita"

"O Santa Madre di Dio, sii fonte di tranquillità per Siena, sii vita per Duccio poiché ti ha dipinto così"

L'opera andava a sostituire un'icona della Vergine particolarmente cara ai senesi, perché era legata alla vittoria della Battaglia di Montaperti (1260): con questa nuova grandiosa pala volevano omaggiare ancora maggiormente la loro protettrice, alla quale era dedicata anche la Cattedrale. Il 9 giugno 1311 venne posta nella Cattedrale, con una solenne processione alla quale parteciparono le massime autorità cittadine sia religiose che civili, che iniziò dallo studio del pittore e si concluse in Duomo. Un testimone scrisse:

« Ed il giorno che (la Maestà) fu portata nella cattedrale, tutte le botteghe rimasero chiuse e il vescovo guidò una lunga fila di preti e monaci in solenne processione. Erano accompagnati dagli ufficiali del comune e da tutta la gente; tutti i cittadini importanti di Siena circondavano la pala con i ceri nelle mani, e le donne e i bambini li seguivano umilmente. Accompagnarono la pala tra i suoni delle campane attraverso la Piazza del Campo fino all'interno della cattedrale con profondo rispetto per la preziosa pala. I poveri ricevettero molte elemosine e noi pregammo la Santa Madre di Dio, nostra patrona, affinché nella sua infinita misericordia preservasse la nostra città di Siena dalle sfortune, dai traditori e dai nemici. »

Giotto - Isacco ripudia Esaù

Titolo dell'opera: Isacco ripudia Esaù
Autore: Giotto
Anno di esecuzione: 1291-1295
Luogo: Assisi (Basilica superiore)


Esaù respinto da Isacco è un affresco (300x300 cm) attribuito al Maestro di Isacco (forse il giovane Giotto?), databile al 1291-1295 circa e situato nella fascia superiore della parete destra della Basilica superiore di Assisi.

Le due storie che danno il nome al cosiddetto Maestro di Isacco (Benedizione di Isacco a Giacobbe ed Esaù respinto da Isacco) sono state oggetto di un intenso dibattito tra gli studiosi, nel tentativo di dare un nome all'artista innovativo che, distaccandosi dai modi di Cimabue, andava sviluppando una maggiore volumetria dei soggetti e tridimensionalità della rappresentazione.

Isacco ripudia Esaù (Jacopo Torriti? )
Alcuni, confrontando le scene con quelle vicine di Jacopo Torriti e con i mosaici di Santa Maria in Trastevere di Pietro Cavallini, hanno ipotizzato che potesse trattarsi di un maestro romano, altri, in maggioranza, hanno pensato a un toscano, magari il giovane Giotto (da Thode in poi, 1885). I dubbi sulla paternità giottesca delle sottostanti Storie di san Francesco hanno complicato anche l'identificazione del Maestro di Isacco, arrivando ad ipotizzare che sotto tale figura si celi un maestro leggermente più anziano di Giotto, a capo di una bottega ampia, responsabile di diverse scene del registro superiore della basilica, tra cui anche la volta dei Dottori della Chiesa. Ipotesi più isolate hanno tirato in ballo anche Arnolfo di Cambio, nell'inedita veste di pittore.