Cola Petruccioli (Orvieto, 1360 circa – Perugia, 1401) è stato un pittore italiano, attivo negli anni intorno al 1400 e contemporaneo alla Scuola senese..
Nel 1380 risultava impegnato, come apprendista di Ugolino di Prete Itario, nel duomo di Orvieto, nella cui cripta firmò l'affresco della Crocifissione, il cui stile rileva l'adesione agli stilemi umbro-marchigiani, lavorando anche nella Cappella del Corporale. Suoi lavori sono presenti anche nella Cattedrale di Assisi.
In seguito anticipò le eleganti cadenze del gotico internazionale, dipingendo a Spello un piccolo dittico con la Crocifissione e l'Incoronazione (del 1385 o forse 1395, ora alla Pinacoteca Civica), la "Madonna con bambino e sante" (a Venezia nella collezione Cini), la "Madonna con San Francesco e committenti" (ad Assisi).
Nel convento francescano di Santa Maria a Belverde, a Cetona, dipinse un affresco della Vergine.
Da Wikipedia: Cola Petruccioli
Biografie: Taddeo di Bartolo
Taddeo di Bartolo (Siena, 1362 circa – Siena, 1422) è stato un pittore italiano della scuola senese.
Era figlio di un certo Bartolo di Mino barbiere e non del pittore Bartolo di Fredi, come riteneva il Vasari. Fu attivo anche nella vita pubblica della sua città e ricoprì alcune importanti cariche.
Nel 1389 risulta già iscritto nella Matricola dei pittori senesi e a quell'anno risale la sua prima opera pervenutaci: si tratta di un polittico con la Madonna col Bambino e Santi dipinto per la cappella di San Paolo a Collegalli, presso Montaione.
Nel 1393 è documentato a Genova, dove Cattaneo Spinola gli commissionava due dipinti per la chiesa di San Luca.
Tra il 1395 e il 1397 fu forse a Pisa: nel 1395 realizzò un polittico per la chiesa di San Francesco a Pisa e una Madonna con Bambino in trono e Santi per la chiesa di San Paolo all'Orto. In quegli anni dovrebbe anche aver realizzato ancora nella cappella Sardi Campigli della stessa chiesa francescana un ciclo di affreschi con Storie della transito di Maria e Santi. Nel 1397 firmò anche il Battesimo di Cristo della Collegiata di Triora (Imperia).
Nel 1400 era nuovamente a Siena dove dipinse un trittico per l'Oratorio di Santa Caterina della Notte e un Giudizio Universale, perduto, per il Duomo della città.
Nel 1401 Taddeo realizzò quello è considerato il suo capolavoro, il trittico per il Duomo di Montepulciano. Il pannello centrale del trittico riporta la monumentale figura della Madonna Assunta attorniata da Angeli, mentre sotto sono visibili i dodici apostoli che si accalcano intorno alla tomba vuota della Madonna. Sopra l'Assunta vediamo l'Incoronazione della Vergine. Le tre scene devono leggersi come una sequenza temporale dal basso verso l'alto con la Morte della Vergine, la sua Assunzione e la sua Incoronazione. I due pannelli laterali raffigurano vari Santi nell'atteggiamento di adorare la figura centrale della Madonna, mentre sui quattro pilastri che delimitano i vari pannelli scorgiamo dodici piccole figure di Dottori della Chiesa (tre per pilastro). Sopra i due pannelli laterali sono riportati l'Angelo annunciante (a sinistra) e la Madonna Annunziata (a destra). La predella in basso raffigura Nove scene della vita di Gesù Cristo mentre sopra la predella abbiamo alcune piccolissime scene dell'antico testamento.
Firmato e datato 1403 è il polittico per la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, poi smembrato e oggi in buona parte conservato alla Galleria Nazionale dell'Umbria: si trattava di una complessa macchina d'altare a doppia faccia con cinque tavole per ogni prospetto e due fiancate dipinte.
A Siena dipinse gli affreschi nel coro del Duomo (perduti), le Storie della vita della Vergine nella cappella del Palazzo Pubblico (1406-1408) e un ciclo di Uomini famosi nell'anticappella (1414-1417). Tra il 1416 e il 1418 ebbe due commissioni dal comune di Siene per realizzare affreschi votivi sopra due porte cittadine.
Artista assai prolifico, fu attivo anche a San Gimignano, dove nella controfacciata nella Collegiata e sulle pareti attigue dipinse un Giudizio Universale (1393, a Colle di Val d'Elsa (nella Chiesa di Sant'Agostino, si trova la quattrocentesca Madonna col Bambino), a Volterra, a Orte.
I numerosi spostamenti gli consentirono di conoscere temperie culturali differenti e così il suo stile, inizialmente fortemente debitore della lezione di Simone Martini (per quanto appresa in maniera mediata), si lasciò influenzare da Barnaba da Modena, attivo in Liguria, dai maestri veneti Turone e Altichiero, dal tardogotico fiorente in Umbria grazie a Gentile da Fabriano.
Nel 1422 dettò il proprio testamento e poco dopo morì all'età di 59 anni, secondo quanto Giorgio Vasari riporta nelle Vite.
Da Wikipedia: Taddeo di Bartolo
Bibliografia
S. Symeonides, Taddeo di Bartolo, Siena 1965;
Enzo Carli, La pittura senese del Trecento, Venezia 1981, pp.248-252;
Il Gotico a Siena, catalogo della mostra, Siena 1982;
Maestri senesi e toscani nel Lindenau-Museum di Altenburg, catalogo della mostra (Siena, Complesso museale di Santa Maria della Scala - Palazzo Squarcialupi, 15 marzo - 6 luglio 2008) a cura di Miklos Boskovits, Protagon, 2008, pp. 112 - 122;
Vittoria Garibaldi, Galleria Nazionale dell'Umbria, Electa, Milano 2002.
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Biografie: Andrea Pisano
Andrea Pisano, vero nome Andrea d'Ugolino da Pontedera, (Pontedera, 1290 circa – Orvieto, 1348 o 1349), è stato uno scultore e architetto italiano.
Firenze
Per le sue competenze nell'ambito della lavorazione dei metalli e nella fusione sarebbe quindi stato chiamato a Firenze, dove Vasari gli attribuisce il tabernacolo con San Giovanni e due angeli nel Battistero e alcune delle statue in marmo della facciata della cattedrale di Santa Maria del Fiore: in quel grande e innovativo cantiere di architettura e di scultura Andrea affinò la sua cultura con l'incontro dell'opera di Giotto di cui fu a lungo collaboratore.
Porta del Battistero di San Giovanni
La prima commissione importante fu la porta bronzea per il Battistero di Firenze (1330-1336), per la cui realizzazione sostituì l'orefice Piero di Jacopo, che si era recato già a Pisa a studiare le porte di Bonanno Pisano e a Venezia in cerca di artigiani del bronzo capaci di raddrizzare gli stipiti già fusi con vari difetti.
Andrea Pisano creò le due massicce porte bronzee decorate da 28 pannelli con Storie di San Giovanni Battista e, nella parte bassa, le Virtù. Fu il primo ad usare la cornice mistilinea a quadrilobo, formata da una losanga (un quadrato piegato a 45°) su ciascun lato della quale si apre un semicerchio. Vi dispose varie scene con una tensione tra linee dritte e oblique tipicamente gotica. Tra gli episodi più notevoli è la Sepoltura del corpo del Battista, dove i panneggi sono particolarmente realistici. La porta di Andrea Pisano un tempo si trovava di faccia al Duomo e venne poi spostata sul lato sud quando Lorenzo Ghiberti terminò la Porta del Paradiso. Nella porte si firma "ANDREA UGOLINI NINI DE PISIS"
Rilievi del campanile di Giotto
Nel frattempo era stato ingaggiato a fianco di Giotto per le decorazioni scultoree al Campanile di Santa Maria del Fiore, del quale divenne sovrintendente dopo la morte del maestro (1337) e fino al 1348. Scolpì numerosi rilievi per il basamento, forse ispirati dallo stesso Giotto, che mostrano una ricerca spaziale tipicamente giottesca. Il ciclo aggiornò il repertorio enciclopedico di epoca gotica alla realtà fiorentina, con formelle dedicate alle attività economiche della città.
I temi scolpiti sono il Peccato originale, le Virtù, le Arti liberali, i Pianeti, i Sacramenti e per la prima volta le Arti meccaniche, dove sono raffigurate scene di lavoro legate alle arti di Firenze, prima fra tutte l'Arte della Lana (con il rilievo della Tessitura) finanziatrice del progetto. Tra queste arti Andrea collocò anche Pittura, Scultura e Architettura, a testimoniare il riconoscimento sociale raggiunto anche dalle attività artistiche.
Per l'interno del Battistero eseguì anche piccole sculture marmoree (Cristo e Santa Reparata), mentre per il campanile eseguì i rilievi a tutto tondo con i re David e Salomone, i Profeti e le Sibille. Le formelle romboidali con le Virtù e le arti e la lunetta con la madonna col Bambino conservano anche la decorazione a smalti azzurri del fondo.
Pisa
Dopo la morte di Giotto proseguì da solo nella conduzione del cantiere del campanile da cui si narra sia stat allontanato" per un lavorio che mosse vano". Andrea tornò a Pisa dove esegui, con il suo atelier in cui come a Firenze erano attivi i figli Nino e Tommaso, il monumento funebre per l'Arcivescovo Simone Saltarelli nella Chiesa di Santa Caterina e, un'imponente struttura a edicola sviluppata su vari livelli (oggi quattro per i danni di un incendio seicentesco) (Madonna con Bambino e Angeli, Santi e Angeli in gloria, l'Arcivescovo giacente e angeli reggicortina, Storie della vita dell'Arcivescovo) dalle forme gotiche, in marmo con polcromie e dorature. e a Pisa, anche secondo Lorenzo Ghiberti, avviò anche un'intensa campagna di lavori nel piccolo oratorio di Santa Maria della Spina. La bottega di Andrea Pisano, situata probabilmente nei pressi dell'antica chiesa di San Lorenzo alla Rivolta (dove ora sorge la fontana nell'ottocentesca Piazza Martiri della Libertà) fu molto attiva nella repubblica marinara, dove eseguì la lunetta di San Martino e il Povero per la Chiesa di San Martino di cui forse elaborò anche il progetto architettonico di ampliamento nelle forme esterne attuali; alla prima fase dopo il suo ritorno a Pisa risale anche la grande Madonna con Bambino della facciata della Cattedrale, una monumentale statua di oltre due metri e mezzo, incredibilmente rifinita e curata nelle pieghe di panneggio e nelle espressioni, pur essendo concepita per essere osservata da una distanza di 50 metri.
Monumento Arcivescovo Santarelli |
Santa Maria della Spina (Pisa)
Madonna della rosa |
Per la chiesa di Santa Maria della Spina eseguì insieme al figlio Nino alcuni lavori di consolidamento e di abbellimento, edificando le tre guglie sopra l'altare maggiore, ma soprattutto le quattro statue presenti all'interno del piccolo oratorio: la Madonna della Rosa, San Pietro, San Giovanni Battista e la famosa Madonna del Latte, capolavori in marmo un tempo policromate in varie parti e dorate, tra i maggiori dell'arte trecentesca europea. Con queste statue, in cui collabora forse pariteticamente col figlio Nino, Andrea anticipa di cinquant'anni l'Umanesimo, riuscendo perfettamente a trovare un originale equilibrio tra l'arte classica, rinnovata a Pisa grazie al maestro Nicola Pisano, e la finissima arte gotico-francese, magistralmente rielaborata da Giovanni Pisano circa quarant'anni prima.
Orvieto
Nel 1347 Andrea venne nominato capomastro del Duomo di Orvieto, anche se non sappiamo esattamente se lasciò Pisa per stabilirsi definitivamente nella città umbra. Con tuttà probabilità la sua bottega rimase a Pisa, dalla quale si fece spedire dei blocchi di marmo semilavorati per farne una Maestà per ricavarne i due Angeli, ora nel Museo dell'Opera del Duomo, ma destinati alla lunetta sovrastante il portale maggiore della Cattedrale. In questa città trovò forse la morte per l'ondata di peste che dilagò in Italia. Già nel 1349 la carica di capomastro passava al figlio Nino e di Andrea non si hanno più notizie. Probabilmente fu portato a Firenze l'anno successivo e lì viene seppellito, all'interno della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Bibliografia
G.Vasari, Vite. Edizione Giuntina, 1568. Milano, 1942
Ilaria Toesca, Andrea e Nino Pisani, Firenze, Sansoni, 1950.
M. Burresi,"Andrea, Nino e Tommaso scultori pisani,in "Pisa 1983", catalogo della mostra "Andrea, Nino e Tommaso scultori pisani", a cura di M. Burresi, Milano, Electa, 1983, con appendice documentaria a cura di M.Cataldi e M.Ratti
Gert Kreytenberg, Andrea Pisano und die toskanische Skulptur des 14. Jahrhunderts, München, Bruckmann, 1984.
Anita Fiderer Moskowitz, The sculpture of Andrea and Nino Pisano, Cambridge, Cambridge University Press, 1986.
L. Ghiberti, Commentari. Ed. Giunti. Firenze, 1998, p. 90.
M. Burresi. La bottega di Andrea e Nino Pisani: assonanze autografie e persistenze, in "Lucca 1995", catalogo della mostra "Scultura lignea a Lucca 1200-1425", a cura di C. Baracchini, Firenze 1995
Enrico Castelnuovo, Andrea Pisano scultore in legno, in Sacre passioni. Scultura lignea a Pisa dal XII al XV secolo, catalogo della mostra (Pisa, 2000-2001) a cura di M. Burresi, Milano, Motta, 2000, pp.152-163.
Alessandro Bargagna, Andrea e Nino Pisano nella letteratura storico-artistica anglofona: fortuna critica delle opere pisane a confronto. Martin Weinberger 1937 – Anita Moskowitz 1986: The Sculpture of Andrea and Nino Pisano, Tesi di Laurea in Lingue Europee e Storia delle Arti visive e dello spettacolo. Università di Pisa, 2008
M. Burresi, "Andreas Ugolini Nini de Pisis e la memoria dell'arte classica", in Rimini 2008 catalogo della mostra" Exempla. La rinascita dell'antico nell'arte italiana. da federico II ad Andrea Pisano, a cura diM. Bona Castellotti e Antonio Giuliano, Pisa Pacini editore 2008
Jonath Del Corso, Andrea, Nino e Tommaso Pisano attraverso i documenti degli archivi pisani, in Bollettino, pubblicazione periodica anno 2008, Pontedera 2008.
Jonath Del Corso, Andrea da Pontedera e l'oreficeria pisana dal XIV secolo alla conquista fiorentina, in Bollettino, pubblicazione periodica anno 2009, Pontedera 2009.
Jonath Del Corso, Il Monumento funebre del Doge dell'Agnello: un'opera dispersa della bottega dei Pisano, in Bollettino, pubblicazione periodica anno 2010, Pontedera 2010.
Da Wikipedia: Andrea Pisano
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