Maia: La nutrice di Tutankhamon



Maia (talvolta scritto Matia), è stata la nutrice del famoso Faraone bambino: Tutankhamon.


Nel 1996 è stata ritrovata la sua tomba rupestre a Saqqara dall'egittologo francese Alain Zivie, già noto per la scoperta della tomba di Aperel.

La donna portava i titoli di:

- balia del re
- educatrice del corpo del dio
- la prima dell'harem 

Di Maia non si conoscono diversi aspetti, quello che sappiamo è possibile rintracciarlo unicamente da quanto viene riportato nei testi della sua tomba.
Sicuramente è stata molto vicino a Tutankhamon, tanto che nella sua tomba il faraone è ritratto sulle sue ginocchia e lo stesso nome del re è citato più volte.
La sepoltura è composta da camere adibite al culto, con altre camere riccamente decorate dove figura anche la camera sepolcrale; 

La prima cappella è dedicata al culto di Maia; interessante la raffigurazione di una di queste cappelle dove viene raffigurato Tutankhamon seduto sulle ginocchia di Maia, oltre ad una gravemente danneggiata che mostra Maia davanti al re. 
La seconda sala è dedicata ai riti di sepoltura associati Maia; la donna è mostrato di fronte alle offerte dei portatori, è anche raffigurata come una mummia in relazione al rito dell'apertura della bocca, altre raffigurazioni la ritraggono in piedi davanti al dio Osiride. 
La terza sala è il più grande ed è costituita da quattro pilastri, questi sono decorati con l'immagine di Maia. 
Il retro della stanza presenta una stele scolpita nella roccia con Maia davanti a Osiride, nella stessa stanza c'è anche una scala che conduce fino alle camera funeraria. 
La maggior parte delle altre pareti di questa stanza sono senza decorazioni.
La tomba era in epoche successive pesantemente riutilizzati.

Video di National Geographic

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"Maia and tut" by Unknown - http://www.hypogees.org/pages/francais/tombes2.htm. Licensed under Public Domain via Wikimedia Commons.

La tomba di Maya

Quando l'egittologo tedesco Richard Lepsius, capo della spedizione prussiana in Egitto (1842-1845), ha visitato Saqqara nel 1843 ha in parte scavato la tomba di Maya.

Un disegno del piano e della sezione del secondo cortile è stato pubblicato nel suo Libro "Denkmarel aus Aegypten und Aethiopien". 
I disegni mostrano una doppia statua danneggiata in situ e la posizione di altri rilievi. Questi ultimi non solo stati pubblicato come disegni, ma molti di loro sono stati trasportati al Museo Egizio di Berlino. Tuttavia, questi blocchi sono stati così pesantemente danneggiati dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, che oggi sono praticamente distrutti.
In virtù dei disegni di Lepsius una buona parte dei blocchi oggi perduti possono essere riprodotti grazie alle riproduzioni presenti nel testo di Lepsius. 

Essa mostra il corteo funebre di Maya per la sua strada verso la tomba. La caratteristica più evidente è la presenza di tre statue, una in posizione accosciata e in possesso di una cassa, una in piedi e l'altra seduta. Scene comparabili del trasportano di una statua si possono trovare nelle tombe dell'Antico Regno di Saqqaa, che furono certamente una fonte di ispirazione per gli scultori delle statue e della tomba di Maya.
Nel periodo cristiano, alcuni blocchi dalla tomba di Maya sono stati riutilizzati nella fondazione del vicino monastero di Apa Jeremias. Questi sono stati trovati durante gli scavi di James Quibell dal 1908-1910 e sono ora nel Museo Egizio del Cairo.




La mano di Leonardo

Il Maestro delle metope

La fanciulla e il terzo braccio

Il Maestro delle Metope è stato uno scultore italiano anonimo, attivo nel primo quarto del XII secolo, che scolpì le otto metope del duomo di Modena (oggi conservate nel museo lapidario del duomo, quelle oggi visibili in loco sono copie moderne). Il Maestro delle metope era forse allievo di Wiligelmo e dovette sicuramente essere informato sulle coeve rappresentazioni scultoree in Borgogna.


Le metope, utilizzate per decorare le terminazioni dei quattro contrafforti della navata, vennero realizzate durante la prima fase della costruzione del duomo e si caratterizzano per la finezza dell'esecuzione e per i soggetti. Vi si trovano fantasiose rappresentazioni dei popoli più remoti della terra, che attendono ancora il messaggio cristiano; importante è la comparsa nel suo stile di elementi minuziosi e raffinati, derivati dalla scultura borgognona, dall'intaglio di avori e dall'oreficeria.




Le otto metope rappresentano:

L'ermafrodito o la "Potta di Modena"
L'uomo dai lunghi capelli
La sirena bicaudata
L'ittiofago (il Mangiatore di pesci)
La grande fanciulla
La fanciulla e il terzo braccio
Gli antipodi
L'adolescente con il drago (lo Psillo)

Copyright

"Maestro delle metope, la fanciulla e il terzo braccio 01" di I, Sailko. Con licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons.